Realizzazione Ecommerce: sfide, ostacoli ed opportunità

Realizzazione Ecommerce: sfide, ostacoli ed opportunità

22 Giugno 2020 Off Di gabriele

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L’era Covid ha amplificato notevolmente l’esigenza, per qualunque impresa, di superare le barriere dettate dalle pareti fisiche del retail ed incrementare la presenza online. Numerose realtà imprenditoriali che fino ad oggi avevano solo vagamente pensato all’ecommerce come una potenziale opportunità, hanno cambiato atteggiamento sentendo forte l’urgenza di affermare la propria presenza online. Essere online, sempre e a tutti i costi.

Ma è questa la strada giusta? Veramente l’ecommerce è solo rose e fiori? Siamo sicuri che vendere online sia solo una questione di strumenti? Nella mia carriera di consulente mi è capitato spesso di imbattermi in imprenditori prontissimi ad affrontare questa sfida, convinti che per vendere online basti un discreto sito, magari realizzato in ottica di risparmio, e che tutto il resto venga da se. Ma è davvero così?

Mi piacerebbe allora provare a fornire il mio personale contributo per fare un pò di chiarezza in un ambito, quello delle strategie di vendita online, sempre più competitivo, stimolante e ricco di sfide.

Quali sono le fasi di un progetto Ecommerce?

Innanzitutto pensiamo all’ecommerce come ad un progetto. Questa è la prima regola: lo stesso termine “progetto” indica un insieme di attività, ruoli, risorse che l’azienda deve mettere in campo per raggiungere un obiettivo prefissato.

E tempi. Il fattore tempo infatti non può essere ignorato, basti pensare che un progetto mediamente complesso di vendita online raramente può essere lanciato prima di 6 mesi dall’avvio delle attività.

Immaginiamo allora di suddividere il progetto in 3 macrofasi:

1. L’organizzazione interna

Rappresenta la sfida più importante per un’impresa che intende approcciarsi alla vendita online. Politiche di pricing, gestione dei magazzini, scelta dei partner per le spese di spedizione, scelta dei partner per i pagamenti, sono solo alcune delle attività da prevedere.

Per non parlare di tutta la procedura di fullfillment, ovvero quelle attività di gestione che vanno dalla ricezione e preparazione dell’ordine, fino alla spedizione, logistica e customer care.

Ed infine l’aspetto economico-finanziario del business plan, fondamentale per acquisire una reale consapevolezza degli obiettivi di business con un piano perlomeno triennale.

2. Gli strumenti

La seconda fase consiste nella scelta degli strumenti software e tecnologici, primo fra tutti la piattaforma web Ecommerce. La scelta del partner tecnologico è fondamentale, perchè solo il supporto di esperti system integrator può guidare l’impresa verso la piattaforma più idonea a soddisfare le esigenze particolari del business che si sta avviando.

Non esiste infatti una piattaforma in assoluto migliore di altre. Ce ne sono diverse e differiscono per caratteristiche come il costo, la scalabilità, la versatilità, la robustezza rispetto ad database enormi di prodotti ed ordini, e così via.

Mi limito a suggerirne tre, tutte Open Source:

Magento, forse la più completa e strutturata piattaforma tra quelle open source. Ma attenzione perchè la versione Enterprise è a pagamento e non costa poco.

Prestashop, dal mio punto di vista il miglior compromesso tra versatilità e affidabilità nella gestione degli ordini e del catalogo. Supporta cataloghi composti anche da migliaia di prodotti e si presta ad essere molto scalabile, grazie anche alla disponibilità di un fornito marketplace di moduli e plugin aggiuntivi a pagamento.

Woocommerce, noto plugin che trasforma i siti WordPress in piccoli Ecommerce. Lo trovo utile per piccoli progetti, quando i prodotti da vendere sono molto pochi, e non presentano complessità introdotte dalla gestione di troppe varianti e configurazioni personalizzate. Ma tendenzialmente è da escludere in tutti i casi di Ecommerce complessi e strutturati. Sebbene infatti sia possibile far evolvere le funzionalità di Woocommerce con ulteriori plugin aggiuntivi, il risultato finale rischia di essere un sito WordPress super carico di plugin e penalizzato nelle prestazioni.

3. La strategia

La terza fase è quella più delicata e tipicamente richiede di esternalizzare le attività verso professionisti del web marketing. Stiamo parlando di tutte quelle attività volte a guadagnare visibilità, a portare traffico al sito web, ad incrementare il tasso di conversione, insomma che ci aiutano a vendere online.

La strategia digital passa dalla definizione dell’identità del Brand, del suo posizionamento sul mercato, della sua immagine. Diventa fondamentale dunque individuare le azioni tattiche volte ad intercettare il proprio pubblico target, indirizzarlo al sito web, persuaderlo all’acquisto.

Ecco che termini come user experience, posizionamento SEO, campagne pay per click – solo per citarne alcuni – diventano dei mantra, gioie e dolori del management aziendale, ma vere e proprie sfide per i marketer moderni. Per questo è opportuno affidarsi a consulenti esperti o agenzie che possano affiancare il brand nel proprio percorso strategico, ottimizzando gli investimenti e misurando i risultati secondo opportuni KPI.

Una sfida omnichannel

In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale, possiamo affermare che sicuramente l’Ecommerce rappresenta un’enorme opportunità di business per le imprese, sia che operino nel B2C che nel mercato B2B. Tuttavia serve adottare un approccio orientato ai dati, stimando in partenza il principale KPI, ovvero il costo di acquisizione dei nuovi clienti, valutando la sostenibilità del business soprattutto a fronte di investimenti corposi in promozione online.

Seguendo la giusta direzione, con il giusto metodo e contando su competenze ed expertise verticali nel settore, si possono ottenere risultati più che soddisfacenti.

Non puoi semplicemente chiedere ai consumatori cosa vogliono e poi provare a darglielo. Non appena l’avrai costruito, loro vorranno qualcosa di nuovo.

Steve Jobs