Page Experience Update: cosa cambia per i siti

Page Experience Update: cosa cambia per i siti

18 Ottobre 2021 Off Di gabriele

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Da poco Google ha ufficializzato quello che per molti SEO specialist era già noto già da diversi mesi o forse più: le prestazioni del sito diventano a tutti gli effetti un fattore di ranking!

Page Experience Update è appunto il nome del recente aggiornamento dell’algoritmo di Google che valuta il ranking delle pagine web.

Qual è l’impatto del Page Experience Update sui siti?

In realtà, come detto, già da tempo nel progettare i siti si doveva fare i conti con fattori legati alle prestazioni, come i tempi di caricamento della pagina e tutti gli aspetti legati alla user experience. Quindi di fatto, chi già applicava questo genere di criteri di valutazione, oltre ad occuparsi di ottimizzazioni onsite legate alle keyword, ha una conferma della bontà del suo metodo di lavoro.

Chi invece sottovalutava l’impatto delle prestazioni, deve iniziare a concentrarsi anche su questo, analizzare le performance dei propri siti e valutare eventuali perdite di posizionamento, anche studiando le SERP al fine di rilevare quali tipologie di pagine e contenuti vengono premiati.

Google ha pertanto introdotto i Core Web Vitals come uno dei tanti fattori di ranking. Nel dettaglio si tratta di “segnali”, ovvero un gruppo di metriche relative a velocità, reattività e stabilità visiva dei siti che i webdesigner devono prendere in considerazione, visto che per Google diventano fattori importanti e spesso determinanti.

I Core Web Vitals sono in particolare tre:

LCP (Largest Contentful Paint): misura i tempi di caricamento del contenuto principale della pagina. Per avere un metro di misura, i siti dovrebbero consentire un LCP inferiore a 2,5 secondi.

FID (First input delay): misura il tempo necessario alla prima interazione dell’utente, il tempo che trascorre cioè quando un utente compie la prima azione sul sito. Misura dunque l’interattività ed un valore accettabile del FID dovrebbe essere non superiore a 100 ms.

CLS (Cumulative Layout Shift): misura la stabilità visiva della pagina, influenzata dalla quantità di spostamenti imprevisti di elementi della pagina. Di fatto è legato all’utilizzo delle animazioni ed effetti di transizione. Si valuta con un punteggio che non deve superare lo 0,1.

Come fare a misurare questi parametri?

Tra i tanti tool segnalo l’estensione di Chrome che rappresenta uno strumento immediato e intuitivo per misurare questi fattori sui propri siti.

Qui il link dell’estensione: https://chrome.google.com/webstore/detail/web-vitals/ahfhijdlegdabablpippeagghigmibma

In conclusione, di fatto assistiamo alla conferma che per Google sempre di più vale il principio per cui l’utente è al centro e la qualità dell’esperienza di navigazione è fondamentale per un buon posizionamento.